Nuova Riveduta:

Ebrei 6:4

Infatti quelli che sono stati una volta illuminati e hanno gustato il dono celeste, e sono stati fatti partecipi dello Spirito Santo

C.E.I.:

Ebrei 6:4

Quelli infatti che sono stati una volta illuminati, che hanno gustato il dono celeste, sono diventati partecipi dello Spirito Santo

Nuova Diodati:

Ebrei 6:4

Quelli infatti che sono stati una volta illuminati, hanno gustato il dono celeste, sono stati fatti partecipi dello Spirito Santo

Riveduta 2020:

Ebrei 6:4

Perché quelli che sono stati una volta illuminati e hanno gustato il dono celeste, e sono stati fatti partecipi dello Spirito Santo

La Parola è Vita:

Ebrei 6:4

Se dovessero cadere spiritualmente quelli che una volta hanno capito la Parola di Dio e hanno assaporato il dono celeste, sarebbe impossibile riportarli ad una nuova conversione. Parlo degli stessi che sono diventati partecipi dello Spirito Santo ed hanno conosciuto la dolcezza della Parola di Dio

La Parola è Vita
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Riveduta:

Ebrei 6:4

Perché quelli che sono stati una volta illuminati e hanno gustato il dono celeste e sono stati fatti partecipi dello Spirito Santo

Ricciotti:

Ebrei 6:4

Poichè è impossibile che quelli che furono una volta illuminati, quei che hanno gustato il dono celeste, e son diventati partecipi dello Spirito Santo,

Tintori:

Ebrei 6:4

Ma però è impossibile che quelli i quali sono stati una volta illuminati, hanno gustato anche il dono celeste, e sono stati fatti partecipi dello Spirito Santo,

Martini:

Ebrei 6:4

Imperocché è impossibile, che coloro, i quali sono stati una volta illuminati, hanno anche gustato il dono celeste, e sono stati fatti partecipi dello Spirito santo,

Diodati:

Ebrei 6:4

Perciocchè egli è impossibile, che coloro che sono stati una volta illuminati, e che hanno gustato il dono celeste, e sono stati fatti partecipi dello Spirito Santo;

Commentario abbreviato:

Ebrei 6:4

Capitolo 6

Gli Ebrei vengono esortati ad andare avanti nella dottrina di Cristo e vengono descritte le conseguenze dell'apostasia o del ritorno indietro Ebr 6:1-8

L'apostolo esprime soddisfazione, per quanto riguarda la maggior parte di loro Ebr 6:9-10

E li incoraggia a perseverare nella fede e nella santità Ebr 6:11-20

Versetti 1-8

Ogni parte della verità e della volontà di Dio dovrebbe essere posta davanti a tutti coloro che professano il Vangelo ed essere sollecitata nei loro cuori e nelle loro coscienze. Non dovremmo parlare sempre di cose esteriori; queste hanno il loro posto e la loro utilità, ma spesso occupano troppa attenzione e tempo, che potrebbero essere impiegati meglio. Il peccatore umiliato che si dichiara colpevole e invoca misericordia non ha motivo di scoraggiarsi in questo passo, qualunque sia l'accusa della sua coscienza. Né dimostra che chi è diventato una nuova creatura in Cristo, diventa mai un apostata definitivo da Lui. L'apostolo non sta parlando della caduta di semplici professori, mai convinti o influenzati dal Vangelo. Costoro non hanno nulla da cui allontanarsi, se non un nome vuoto o una professione ipocrita. Né sta parlando di declini o ritorni parziali. Non si tratta neppure dei peccati in cui i cristiani cadono per la forza delle tentazioni o per il potere di qualche desiderio mondano o carnale. Ma l'allontanamento di cui si parla è un'aperta e dichiarata rinuncia a Cristo, un'inimicizia di cuore contro di lui, la sua causa e il suo popolo, da parte di uomini che approvano nella loro mente le azioni dei suoi assassini, e tutto questo dopo aver ricevuto la conoscenza della verità e averne assaporato alcuni dei comfort. Di questi si dice che è impossibile rinnovarli di nuovo al pentimento. Non perché il sangue di Cristo non sia sufficiente per ottenere il perdono di questo peccato; ma questo peccato, nella sua stessa natura, è contrario al pentimento e a tutto ciò che vi conduce. Se coloro che, a causa di una visione errata di questo passo e del proprio caso, temono che non ci sia misericordia per loro, prestassero attenzione al resoconto della natura di questo peccato, che è una rinuncia totale e volontaria a Cristo e alla sua causa e si unisce ai suoi nemici, li solleverebbe da timori sbagliati. Noi stessi dovremmo guardarci, e mettere in guardia gli altri, da ogni avvicinamento a un abisso così terribile come l'apostasia; tuttavia, nel farlo, dovremmo attenerci alla Parola di Dio, e fare attenzione a non ferire e terrorizzare i deboli, o scoraggiare i caduti e i penitenti. I credenti non solo gustano la Parola di Dio, ma la bevono. E questo campo o giardino fecondo riceve la benedizione. Ma il cristiano puramente nominale, che continua a non fruttare sotto i mezzi della grazia, o che non produce altro che inganno ed egoismo, è vicino alla terribile condizione sopra descritta; e la fine eterna della miseria è riservata a lui. Guardiamo con umile cautela e preghiera a noi stessi.

Riferimenti incrociati:

Ebrei 6:4

Eb 10:26-29; 12:15-17; Mat 5:13; 12:31,32,45; Lu 11:24-26; Giov 15:6; 2Ti 2:25; 4:14; 2P 2:20-22; 1G 5:16
Eb 10:32; Nu 24:3,15,16
Mat 7:21,22; Lu 10:19,20; Giov 3:27; 4:10; 6:32; At 8:20; 10:45; 11:17; Rom 1:11; 1Co 13:1,2; Ef 2:8; 3:7; 4:7; 1Ti 4:14; Giac 1:17,18
Eb 2:4; At 15:8; Ga 3:2,5

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